Domenica, Aprile 28, 2024

Navarasa: le vibrazioni dell'anima

Navarasa: le vibrazioni dell'anima Fotografie Melina Mulas

Nove sono le tonalità affettive fondamentali su cui vibra l’animo umano e i loro effetti si diffondono a tutti i livelli della coscienza, associandosi inoltre nella tradizione indiana con particolari divinità, colori, modi musicali, stagioni, ore del giorno, ecc. che li contestualizzano e ne approfondiscono il significato.

Questi nove sentimenti o stati d’animo, i navarasa, sono alla base dell’esperienza estetica la quale, pur essendo una, si esprime apparentemente differenziata in essi come fa la luce che, attraversando un prisma, sembra scomporsi in raggi di diversi colori.
Il processo emotivo che determina il sentimento è descritto con notevole acume, anticipando molte acquisizioni della moderna psicologia del profondo. In relazione a più o meno improvvise modificazioni dell’ambiente esterno o interno si registrano precise sensazioni fisiche. Queste, a loro volta, ingenerano reazioni somatiche e neurovegetative: le emozioni. Se queste persistono, si instaurano gli stati d’animo che possono tramutarsi in sentimenti, fenomeni psichici coscienti dovuti a fattori di ordine culturale, morale, affettivo, intellettuale, che colorano emotivamente le percezioni e influenzano il comportamento.
Così l’emozione erotica, shringara, genera il sentimento dell’amore, rati; quella comica, hasya, l’ilarità, hasa; la patetica, karuna, sfocia nel dolore, shoka; il sentire furioso, raudra, si esprime nell’ira, krodha; l’eroico, vira, nutre il sentimento del coraggio, utsaha; la percezione terrificante, bhayanaka, si coagula nella paura, bhaya; la sensazione repulsiva, bhibatsa, genera la ripugnanza jugupsa; la dimensione meravigliosa, adbhuta, si estrinseca nel sentimento dello stupore, vismaya, ed infine l’aura della quiete, shanta, si effonde nello stato di pace, shama.
L’artista attraverso la sua creazione si ripropone di evocare una o più emozioni in modo da realizzare la fruizione estetica, il rasa. Tale termine – usato, come sopra visto, anche per i sentimenti - con il suo significato primario di “succo, spremitura, quintessenza” allude ad un processo di alchimia spirituale, ove si assaporano le essenze universali delle emozioni umane e ove il godimento artistico diventa intuizione salvifica della bellezza eterna e perfetta sottesa alla caducità e all’imperfezione mondana. In tal senso l’esperienza artistica è simile a quella mistica ed è dunque liberatoria.
Il processo di “distillazione artistica” è lungo e complesso: l’artista percepisce un dato evento, ne risulta emotivamente coinvolto e sente insorgere dentro di sé uno stato d’animo che lo induce a riprodurre l’esperienza toccante che ha vissuto. I sentimenti, quantunque determinati da una causa contingente, ne travalicano i confini particolari: sono infatti le gamme del sentire universale quelle che risuonano nell’animo di chi comprende a fondo l’opera d’arte e vibra all’unisolo con questa. Il linguaggio artistico verbale, musicale, formale, è elaborato e codificato dalla tradizione ed è volto a contenere l’individualismo dell’artista e a fornirgli uno strumento di comunicazione corale. Il vincolo a determinate norme non soffoca l’estro creativo, che si esprime liberamente nella reinterpretazione del noto. Grazie a ciò il vero artista – formato da una lunga preparazione, purificato da istanze egoiche e affinato nell’introspezione psicologica - risveglia nello spettatore la stessa emozione che ha ispirato la sua creatività, attraverso un processo di risonanza indotto dai significati impliciti dell’opera d’arte: così si realizza l’ineffabile esperienza del rasa.

Marilia Albanese